sabato 14 gennaio 2012

L'etica degli zainetti

So che siamo molto lontani da settembre, ma mi perdonerete: devo iscrivere la Isa alla prima elementare e in questi giorni mi sto facendo trasportare dal vorticoso e limaccioso fiume delle chiacchiere da giardinetti di madri molto più "sul pezzo" di me. Stufa delle deliranti considerazioni sulle presunte qualità di questa o quella struttura (stiamo parlando delle elementari, non di una facoltà universitaria!), e non  riuscendo a sdrammatizzare a dovere con queste ruggenti mamme tigri, stasera, grazie all'articolo che ho trovato sual sito fastcodesign, ho cercato di vedere l'argomento sotto un altro punto di vista: quanto ci fa sprecare la scuola? Non si parla di tempo, intendiamoci, ma di quanti rifiuti e sprechi produciamo ogni 6 settembre, o giù di lì.
Corredato da un'illustrazione particolarmente efficace, il testo invita a riflettere su quanto consumano, e sprecano, studenti e genitori per tutto quello che c'entra con la scuola, dai quaderni all'abbigliamento, dall'elettronica ai trucchi. La statistica, forse un po'superficile per certi aspetti, si conclude con alcuni consigli di buon senso  su come incidere meno sull'ambiente con i propri acquisti. 
Il consumo critico mi sta particolarmente a cuore e cerco di metterlo in pratica meglio che posso, ma qui la questione è un'altra: a parte le spese per il materiale vero e proprio, sul quale è più semplice operare scelte etiche, a parte la scelta di lasciare sempre a casa l'auto per gli spostamenti, si pone la questione dell'abbigliamento e degli accessori, che purtroppo, e l'abbiamo sperimentato un po'tutti sulla nostra pelle, concorrono a fare di bambini e ragazzini degli esclusi dal gruppo dei compagni. Il problema si pone già in tenera età, figuriamoci alla scuola media...ve la ricordate la canzone  Tapparella di Elio e le Storie Tese, vero?
Da genitore la questione si fa referendaria: volete voi che i vostri figli siano quelli con lo zainetto di bamboo, senza Gormiti o Barbie, senza l'astuccio a quattro piani, tipo torta nuziale, dei cucciolinimorbidosi, senza quelle belle scarpe neon con lampadine-rotelline-ombretto-rossetto, fatte a loro volta da bambini che mai e poi mai potranno averle, se non vendendo un rene?
Volete voi quindi che i vostri figli siano considerati degli sfigati? 
Fino a qualche anno fa avrei detto incondizionatamente sì, poi però sarei sembrata Fiona di About a boy... 
Alla fine ho  risolto in maniera molto salomonica: compro semplicemente meno, penso a cosa serve davvero e cerco di spiegare i miei motivi con moooolta pazienza a mia figlia, anche quando sbraita, in piena crisi di astinenza, di fronte alla vetrina della cartoleria, perchè vuole lo stesso giochino cretino dell'amichetta. Poi magari cedo comunque, e lo testimonia il fatto nella cameretta in pratica si fa fatica a trovare posto per i piedi, ma almeno ci provo a resistere, o almeno a scegliere davvero.
Intanto eviterò accuratamente le pubblicità sull'argomento, vedrò di fare un discreto pressing psicologico sulla dubbia bellezza del total pink della Barbie, ma  lo so che tanto alla fine a settembre, per un suo sorriso, le comprerò comunque lo zainetto di quelle zoccole delle Winx. 

2 commenti:

  1. Brava. Questo articolo mi è proprio piaciuto, forse perché, al maschile, ci sono dentro anch‘io!
    Concordo sulla tua battuta finale!
    Ciao

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