giovedì 20 settembre 2012

Seggiovie, funivie e marmotte: com'è andata a finire.

So che ardete dalla voglia di sapere se alla fine sono riuscita a piantare una delle mie solite figure di palta e che mi credete rinchiusa in qualche prigione austriaca, vista la mia lunga assenza da questo blog...beh, pettegoli, riponete le vostre speranze: sono tornata sana e salva, non ho fatto pessime figure e sono ancora persona gradita alle autorità locali. 
Sono partita un po' prevenuta nei confronti di questa prima vacanza montana e sono lieta di aver cambiato idea: la montagna è piena di cose da fare, anche se sei una neofita come la sottoscritta. La prima parte della settimana è stata baciata da un sole eccezionalmente caldo, così abbiamo deciso di fare l'abbonamento al sistema di funivie locali che in estate ti portano fino in Svizzera (in inverno la rete funziona a pieno regime ed è veramente estesa). 
Secondo i 120 abitanti di Ischgl (tutti albergatori multifunzione, visto che sono anche insegnanti di sci, guide turistiche moto e bicimunite, cuochi perfetti), se non fai la Silvretta Card sei uno stronzo. Questo è anche quello che pensa la sbalordita signorina dell'ufficio del turismo, che ci tratta da deficienti perché le parliamo in inglese. I tirolesi ti guardano con sospetto se parli l'idioma della perfida Albione, mentre sono molto più gentili e conviviali appena farfugli qualcosa nella loro lingua. Decido che vale la pena mettere alla prova il mio tedesco e devo dire che me la sono cavata, anche se la mia insegnante avrebbe rabbrividito a sentire tutti i verbi messi a casaccio nella frase. 
Ammortizzare il costo della Silvretta Card è stato un ottimo incentivo per muoverci. Abbiamo preso tutta una serie di aggeggi appesi a cavi d'acciaio: dalla funivia alla seggiovia a tre posti, a quella a cinque posti, fino ad una enorme funivia a due piani (che però porta ad una triste località svizzera duty free). I paesaggi sono ovviamente splendidi e guardando in basso puoi vedere anche qualche tasso o marmotta nei prati bucherellati dalle tane. Ci abbiamo provato col trekking, ma i risultati sono stati un po' scarsi. Sul confine tra Austria e Svizzera  abbiamo tentato una  discesa a piedi verso un lago, il livello però non era alla nostra portata:  sentiero con terreno difficile tra le rocce e con una pendenza esagerata; a farci sentire definitivamente degli inetti ci hanno pensato famigliole biondissime con bimbi cinquenni al seguito, che si lanciavano bardati da cross con le loro mountain bike nelle discese ripidissime e sassose della Silvretta Arena, praticamente il paradiso di tutti gli appassionati di bicicletta che non vedono l'ora di spaccarsi qualcosa in qualche crepaccio.

Abbiamo optato per qualche passeggiata blanda ad altitudini meno elevate e abbiamo scoperto che ad esempio intorno ad un lago puoi trovare un piccolo parco acquatico per bambini, con zattera per giocare ai pirati, grotte in cui nascondersi, fontanelle per rinfrescare i piedi provati dagli scarponcini, il tutto senza custode, ben tenuto, curato e soprattutto frequentato con rispetto dalle persone. A Milano avremmo trovato la fune della zattera tagliata, la grotta con le pareti piene di scritte e disegnetti di organi genitali maschili, la griglia presa d'assalto da orde vocianti. Invece lì tutto tranquillo. Idem nella zona per bambini di Ischgl, dove una ragazza che non arrivava a vent'anni sorvegliava un grande spiazzo con tappeti elastici, motorette a gettone, un gonfiabile per bambini. Tutto gratis. E al tavolino del ping pong c'erano tutte le palline, gli skateboard venivano riposti in ordine dopo l'uso in una scatola e nessuno si sognava di fregarsi queste cose! In questo vedi la differenza con l'Italia... 

Fabio si è fatto qualche giretto con la moto a noleggio, confermando l'impressione che anche i motociclisti qui ne hanno di cose da fare, visto l'ottimo manto stradale, il mix di curve e il panorama.
Quando però arriva il brutto tempo, con la Silvretta Card puoi fare ben poco: beh, questo ovviamente valeva per noi, visto che, nonostante i nuvoloni bassi che circondavano il paese, abbiamo comunque visto coppie di qualsiasi età andare a camminare nei boschi. 
Non eravamo pronti a tanto, così evitando accuratamente i musei di cultura contadina che pullulano in tutta la valle,  abbiamo cercato sulla guida qualche città da visitare.
Poco distante da Ischgl c'è la cittadina di Landeck, che pare immeritatamente bistrattata da tutti i turisti. Proviamo ad andarci, visitiamo il castello e lì ci cucchiamo, nostro malgrado, uno dei terribili musei di cultura contadina di cui sopra. 
Questo è organizzato molto bene, perché ha anche una piccola caccia al tesoro per rendere più interessante il percorso ai bambini: il vero problema è che questa cultura contadina è di una tristezza epocale, altrochè Dolce Remì! 
Il depliant per bambini racconta di povertà, di bambini costretti ad andare a lavorare in Germania nei mesi estivi e che a volte morivano sui passi di montagna (i cosiddetti Schwabenkinder), di nomadi locali, dei Karrner, perseguitati e trucidati dai nazisti dietro segnalazione della brava gente tirolese. Il tutto condito da Madonne con petto sanguinante e corona di teschi umani. Diciamo che è stata una visita difficile, con molte, colpevoli, omissioni da parte mia. 
Allontanandoci di un centinaio di chilometri da Ischgl, abbiamo visitato Innsbruck, bellissima città con una scenografia naturale da favola, punteggiata dall'oro degli edifici storici di Maria Teresa, che patisce però l'eccessivo turismo dall'Italia portandone tutti i segni, tra cui pacchiani negozi di souvenir con completini tirolesi made in P.R.C. e marmotte parlanti.
Consiglio invece la cittadina medievale di Halle In Tirol, con il museo secchionissimo della zecca.
La gita più bella è stata a Bregenz, la capitale del Voralberg, che sorge sul lago di Costanza. Di solito il lago con il brutto tempo è un po'triste, no? Ecco, forse per chi è abituato a non molti giorni caldi all'anno, le cose stanno diversamente. Lungolago gremito di persone, bancarelle dove comprare tante specialità da mangiare, ma soprattutto una sfilza di barchette elettriche gialle e rosse da noleggiare a prezzo abbordabilissimo per fare un giro sul lago. Ma perché dalle nostre parti non se ne vedono? Beh, tanto per cominciare, se ci fossero costerebbero un botto sicuramente, e poi i ragazzini ci farebbero i soliti disegnini sconci.
Beh, in soldoni, sono felice di aver cambiato idea sulla montagna, sono stata bene: è stata una delle migliori vacanze che abbia mai fatto. Però, come sempre mi accade quando torno da un paese di lingua tedesca, adesso mi è venuta voglia di fare il cervello (A.B.Normal) in fuga. E tutto per delle barchette rosse e gialle.