venerdì 13 gennaio 2012

L'eleganza delle parolacce

Solitamente leggo più libri contemporaneamente, a seconda di dove mi trovo. Leggo i libri più impegnativi a casa di sera (proprio ieri ho citato Infinite Jest di Wallace, che giace sul mio comodino ormai da tempi immemori, insieme a Il re pallido, sempre di Wallace...io amo Wallace!), mentre per gli spostamenti casa-ufficio, mi limito a testi più leggeri, dal punto di vista fisico o, più banalmente, letterario.
Da L.Littizzetto, F.Valeri, L'educazione delle fanciulle
Visto che sono in un momento un po' vintage e Franca Valeri mi è sempre piaciuta moltissimo, ho comprato il libro L'educazione delle fanciulle, un dialogo tra Luciana Littizzetto e Franca Valeri sulle donne, su come sia cambiato l'approccio alla vita, all'amore e ai rapporti con l'altro sesso.
Un testo leggero, divertente, dove vengono accostate le riflessioni esplosive della Littizzetto a quelle più "inglesi" della Valeri, perfettamente calata nei panni della signorina snob, con un risultato che a volte, credo volutamente, sembra quasi incoerente. Ho letto in queste pagine un box molto divertente, scritto dalla Littizzetto, a proposito delle parolacce, e spero di non incorrere in qualche grana, pubblicandolo qui.
Purtroppo in alcuni casi faccio un ampio uso delle parolacce, probabilmente in ufficio credono che sia affetta dalla sindrome di Tourette, ma se sono in un momento di forte frustrazione, non posso farne a meno...mi scappano.
Fabio non mi aiuta, perchè anche lui è un estimatore del linguaggio colorito ed è del parere che se nostra figlia le sente in casa, non le troverà così proibite da usarle in abbondanza solo per farci uno sgarbo. Per ora, per fortuna, il suo pensiero sembra funzionare: so che la Isa ha un vocabolario interiore di parole volgari che però non usa, se non limitatamente al dantesco "culo", ma riferito a quello del nostro gatto.
Alla fine si tratta di una questione di registro linguistico: con le maestre di mia figlia mai mi sognerei di sproloquiare, idem discorrendo di libri o per lavoro. Ma quando sei arrabbiato, o per la lamentela vibrante, si tratta di una questione di efficacia, il discorso perderebbe in verve! La lingua italiana è famosa per offrire un'infinita varià di parolacce, e se le ha usate persino Dante nel suo Inferno, allora un po'il senso di colpa mi passa.

1 commento:

  1. ... che dire Tere ... le parolacce servono anche a sottolineare un concetto, a darne enfasi ... non trovi? Comunque anche noi in casa usiamo parecchie parolacce ma di quelle "soft" ... tipo "che palle". La cosa che non mi rende "orgogliosa" è che Chiara ha imparato perfettamente a contestualizzarla, soprattutto se si riferisce a suo fratello!

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