martedì 17 gennaio 2012

I capelli e la solidarietà femminile

Da quando ho iniziato a lavorare nel mio mefitico ufficio, in mezzo a laboratori e cappe chimiche mal funzionanti, mi sono venuti i capelli bianchi. Non molti, intendiamoci. Inizialmente tre, tre di numero, poi sono aumentati, fermandosi ad una più che dignitosa dozzina. Ovviamente questa sporca (non in senso letterale) dozzina è tutta collocata intorno alla scriminatura, in modo da essere più evidente sotto la luce impietosa della lampada del bagno. Sono sempre stata una fan dell'henné, ed ho sperimentato tutte le tonalità di ramato disponibile sul mercato mondiale:  ultimamente però il pastone immondo sulla testa iniziava a darmi noia, così ho iniziato a comprare in erboristeria una tinta fai da te. Anche qui mi sono sbizzarrita con un po' di rossi, di castani e anche un audace color violetto mirtillo, che però non ha riscosso particolare successo a casa.
Anjelica Huston nei panni di Morticia Addams
Sabato, stufa di vedere intrusi argentati tra i miei capelli, già sufficientemente zebrati per i troppi esperimenti tricologici, ho capito che era giunto il momento di rinfrescare la situazione e ho acquistato la fatale confezione. Ma sì, questa volta provo il "bruno"... che sarà mai, sarà un castano scuro.
No, non lo è. E' nero. Nero nero. Quel nero da settantenne che pretende di far credere che i capelli, neri, nerissimi, che ha in testa sono i suoi originali. Insomma, ho scoperto sulla mia pelle, anzi sui miei capelli, che c'è nero e nero e se non sei propriamente una venere, l'effetto non è quello tipo misteriosa orientale dalla capigliatura corvina, ma è questo... "nero vecchia pretenziosa" (dovrei brevettare la dicitura e proporla alla L'Oreal). E' un nero che mi fa ricordare tutte le foto delle mie prozie greche, dotate di capelli-sopracciglia- baffi spessi, evidenti e neri. Insomma, sono un fallimento darwiniano: tra me e le parenti elleniche nate negli Anni 30 non c'è stata alcuna evoluzione.
Questa mattina ho messo un post su Facebook, in cui riassumevo in due parole la mia disavventura, e buona parte delle mie amicizie femminili mi ha dimostrato piena solidarietà in questo momento difficile della mia vita. Se avessi scritto che mi ero rotta una gamba, non avrei ricevuto così tanta partecipazione. In fondo c'è di vero che tutte le donne prima o dopo hanno infierito sui propri capelli: per sentirsi più seduttive con un nuovo fidanzato, per tirarsi sù dopo che lo stesso fidanzato le ha scaricate, per riprendersi da una batosta qualsiasi, per sentirsi diverse o esattamente come prima, solitamente prima che il bastardo in questione rovinasse loro la vita. Di solito c'entrano comunque gli uomini e il bello è che raramente un uomo si accorge di pettinature o colori di capelli rinnovati. 
In questo caso c'è di buono che la tinta in questione non dipende da un imminente divorzio o da un esaurimento nervoso: l'ho fatta solo per incrementare minimamente la mia già provata e traballante autostima. I capelli non mi hanno aiutata, ma i commenti e i consigli partecipati delle mie amiche decisamente sì. La solidarietà femminile esiste.

2 commenti:

  1. Di capelli bianchi ne hai veramente pochissimi, in compenso il colore è così bello... Lasciali crescere lascia perdere queste inutili tinte!
    Fabio

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  2. Bhè, dovresti ricordarti il mio esperimento con l'hennè...sono stata arancione per circa un anno...evidentemente è un vizio di famiglia :)

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