A Milano si ghiaccia. Secondo i telegiornali ovviamente si tratta di un'ondata di gelo mai vista nella storia dell'umanità, forse di poco inferiore solo all'ultima glaciazione. Milano non si trova, che io sappia, in Polinesia, quindi il freddo e la neve non sono evento raro.
Forse la percezione alterata della temperatura dipende anche dal fatto che l'inverno 2011/2012 sarà ricordato negli annali della storia per il boom degli smartphone, e-book e tablet touch screen, che, scoperta agghiacciante in tutti i sensi, non funzionano se indossi i guanti.
Che siano di lana merinos, di pile del Decathlon o di pelle di capretto, puoi stare lì ore a fare i solchi col tuo ditino, ma tanto non otterrai alcun segno di vita dal tuo ammennicolo tecnologico. Così molti sfidano il congelamento delle estremità, utilizzando i guanti con dita tagliate, oppure praticando buchetti strategici, oppure ancora, scelta decisamente più drastica, eliminando completamente qualsiasi protezione.
Ho trovato in una catena di negozi i cosiddetti guanti capacitivi, decisamente bruttini, orrendamente bicolor, con dei simil cappuccetti, o su tutte e cinque le dita o solo su tre. Su gizmodo ho letto la recensione di questi guanti capacitivi, che mi sembrano esteticamente più belli e con una funzionalità maggiore, visto che tutta la superficie è conduttiva.
Però io ho la fissa del fai da te, del cucito e del riciclo e quindi il workshop di Serpica Naro, che si è tenuto giovedì sera presso lo spazio Medionauta, è capitato a fagiolo.
Insomma, perché non allungare la vita personalizzando i propri guanti con il filo conduttivo, che è pure argentato e sbrilluccicoso?
Special guest: LaVale nel ruolo di manista |
Serpica ci ha messo a disposizione il materiale, in particolare appunto il filo conduttivo e, sotto la guida di Claudia (la quale mi suscita continui ooooooooooooooooh di meraviglia, tutte le volte che mi mostra qualche sua nuova idea), abbiamo realizzato il nostro progetto. Tra tutte le chiacchiere non è che sia stata attentissima alla qualità del mio punto a catenella: in quel momento mi stavo godendo il fatto di fare qualcosa insieme alle mie amiche, cosa che di certo non puoi provare andando ad acquistare il prodotto bello pronto in negozio!
Alla fine mi è venuto un bolo immondo di fili, al quale ho cercato di dare la forma di stella sull'indice e di cuore sul pollice: non è così semplice individuare il punto del dito che utilizzi di più, perché le operazioni che puoi compiere sul tuo schermo sono diverse e influiscono sulla posizione della mano. Inoltre tutto questo cambia a seconda dell'oggetto che stai usando, infatti il guanto che ho fatto per Fabio, realizzato ricalcando di fatto il mio, non va bene sul suo telefono: quindi, come sempre in queste cose, bisogna pensarci un attimo prima di mettere mano all'ago.
Quando stamattina sono stata ostaggio del tram 12, che per arrivare in centro ci ha impiegato 70 minuti, almeno sono riuscita ad avvertire in ufficio senza farmi ibernare le falangi: il bolo immondo di filo conduttivo funziona!
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