Crazy House, Vietnam |
Il figlio ventenne di una mia collega ha preso armi e bagagli e si è trasferito in Australia. Ha lavorato per un anno come data entry, ha guadagnato più di quanto possiamo immaginarci qui con un contratto precario come il suo, e poi ha iniziato a spendere i suoi guadagni viaggiando per tutto il sud- est asiatico. Ovviamente ogni giorno vengo dettagliatamente aggiornata sulla geografia dei luoghi, attività principali, attrazioni turistiche e naturalistiche, il tutto condito con parecchie fotografie, contraddistinte tutte dal blu cristallino del mare e da una vegetazione selvaggia e brillante.
L'altro giorno, mi è passata sotto al naso la foto di un albergo situato in Vietnam, a Dà Lat, che si chiama Crazy House. E' una costruzione di cinque piani inaugurata negli anni 90, a quanto ho capito sponsorizzato ampiamente dalla figlia del presidente Vietnamita ed edificata in barba a qualsiasi regolamento o norma edilizia locale.
L'aspetto è quello di un gigantesco albero, con radici nodose che avviluppano le strutture, e ogni forma, di ambienti, mobili e spazi, ricorda elementi organici e della natura. Tutto questo scopiazzare dalla natura, mi ha fatto venire in mente il caro vecchio Gaudì e il museo della Sagrada Familia, dove sono conservati i disegni e i progetti, con grandi pannelli esplicativi che accostano le scale a chiocciola alla sezione del nautilus, le volte alla pietra e ai rami...insomma, tante informazioni che ti fanno dire "caaaavolo"! Ovviamente tra Gaudì e l'architetto Vietnamita ce ne passa e se avete qualche curiosità in merito a costruzioni eccentriche, potete dare un'occhiata al sito unusual-architecture.com, dove c'è un favoloso inventario a cui attingere, nel caso in cui abbiate intenzione di fare un restyling alla vostra magione (io vorrei vivere nella casa a forma di teiera, ma dubito che il condominio mi dia il permesso di apportare modifiche così evidenti allo stabile).
Parc Guell |
Quando ero ragazzina, andavo in vacanza con la mia famiglia in Liguria, in un ridente paesino microscopico nella prima collina a pochissimi chilometri dal mare. Nel fine settimana io e i miei amici autoctoni, da bravi snob, non andavamo in spiaggia, ma a fare massacranti gite a piedi sui monti circostanti. Dietro la chiesa del paese iniziava un sentiero, che ti permetteva di fare un bel giro panoramico e di essere di ritorno a casa senza rovi conficcati negli stinchi; inoltre costituiva un'ottima occasione per andare a curiosare in giro...insomma, invadere la proprietà privata altrui con la scusa che ti eri perso. La meta principe era la "casa del dentista", sulla quale aleggiavano orrorifiche leggende, credo confezionate per spaventare la sottoscritta, la più piccola del gruppo. Poco distante da questa villetta, sorgeva una depandance, nascosta dagli alberi: probabilmente l'unico esempio di modernismo ligure. Pare che qui negli anni 60 il famigerato dentista facesse un sacco di feste, ipotesi confermata dal bancone da bar ricavato da un tronco d'albero, che sorgeva nella saletta circolare; le pareti erano tappezzate di mosaici con animali dai colori molto brillanti e accesi e c'erano alcune panche ricavare dalla pietra. Peccato ci fossero parecchie infiltrazioni e tutto giacesse nell'abbandono. La sosta qui durava ben poco, perchè la casa padronale aveva ampie vetrate, dalle quali immaginavamo che il crudele dentista ci stesse osservando, pronto a torturarci col trapano, quindi ho ricordi non precisissimi. Trattandosi poi di preistoria tecnologica, non posso contare su foto scattate col cellulare o con la digitale...in una situazione così pensi solo a curiosare con quel filo gelido di paura lungo la schiena, e non hai certo il tempo di calcolare l'esposizione della macchina fotografica! Caso vuole che questa costruzione fosse stata ribattezzata "la casa del matto"... crazy house in Vietnam...beh, ben vengano questi folli, che ci ricordano che è possibile costruire non solamente alveari tristi.
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