martedì 7 febbraio 2012

Immagine a scopo illustrativo.


Purtroppo non sono un asso in cucina. Ho i miei piatti forti, assolutamente dignitosi e di risultato certo, ma il mio vero problema è quando decido di fare un esperimento. La cosa capita almeno due volte la settimana, solitamente perché ho acquistato una rivista, oppure perché è uscito il giornaletto del supermercato, o ancora perché ho visto una ricetta su internet: l’ultima follia è stata scaricarmi l’app de La cucina italiana, rivista alla quale sono stata inutilmente abbonata per un anno, con le ricette cosiddette “veloci”. L’app di per sé è carina, non molto economica, ma vuoi mettere? Se scuoti il telefono, ti propone automaticamente un menù completo random. Non si tratta comunque di amatriciana e pollo arrosto, non credete: roba raffinata, dove per dire che ci metti prezzemolo e rosmarino usi l’espressione “ai due sapori”. Preparare papaia con triglia e olive taggiasche magari sarà pure una cosa veloce, ma diciamo che non contempla ingredienti che si comprano con la normale spesa settimanale. 

Molto più banalmente, oggi il giornaletto dell’Esselunga stava diventando materiale per ritaglio e collage, quando sotto le forbici mi è capitata la ricetta per fare le caramelle fondenti di zucchero. C’era scritto “facile” e mi sono fidata. Avevo pure tutti gli ingredienti in casa, non mi obbligavano a cercare la papaia, quindi, ancora di più mi sono fidata. 

Così io e la mia fida aiutante cinquenne, in vena di giocare alla pasticceria, ci siamo messe all’opera, sciogliendo lo zucchero a velo insieme al latte nel pentolino, attente che l’intruglio non sobbollisse, e pareva filare tutto liscio, ma…MA…inevitabilmente la mano pesante dell’esagerazione ha aggiunto non una goccia, ma una bella cucchiaiata di sciroppo di lampone, una generosa versata di crema di limoncello, un’esosa aggiunta di latte per stemperare il cacao, un’inutile lunga scia di colorante azzurro, perché la Isa voleva le caramelle al gusto puffo. Così lo zucchero, rappreso al punto giusto, si è stemperato rovinosamente, creando una poltiglia fluorescente che, nonostante due ore di freezer, è rimasta molliccia e appiccicosa. 

Kryptonite al limoncello fatta in casa
Fortunatamente la Isa nel frattempo è andata a dormire e non ha dovuto subire una delusione di tale portata, il peso della sconfitta culinaria, resa ancora più cocente dal “facile”, stampato sulla ricetta, e dall’illustrazione così familiare, così alla portata di mamma. 
Ho provato ad assaggiare, ma ancora adesso, dopo una buona mezz’ora, mi brucia lo stomaco: un concentrato di zucchero immangiabile. Comunque, come ho più volte ripetuto, non mi piace buttare via le cose, quindi ho chiuso tutta la mia melma zuccherosa e colorata in un barattolino e ho trovato una nuova destinazione: domani mattina dolcifichiamo il latte con lo zucchero aromatico al lampone o al cacao o al puffo.
Vedrò cosa ne pensa la componente minorenne della casa. Gatto escluso ovviamente.
La fanghiglia al limoncello invece deve ancora trovare una destinazione perché non ho un contenitore per rifiuti speciali.

2 commenti:

  1. E io che non avevo capito niente di cotanta tragedia...
    Fabio

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  2. Ho dissimulato per non coinvolgerti nella tragedia!

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